lunedì 31 dicembre 2012

So this is Christmas

So this is Christmas


In lontananza il rumore di spari che lacerano l'aria. Nicholas si volta, ma i palazzi gli bloccano la visuale. Dopo pochi minuti la sparatoria è già terminata.
“Ribelli!” esclama con arroganza un suo compagno. “Mai una volta che se ne stiano calmi...”
“Lenny, smettila di lamentarti” fa un altro soldato lì vicino a lui, “e passami la mappa”.
“La mappa la tengo io, Johnny. Tu pensa a guardare avanti e cerchiamo di finire alla svelta questa ricognizione”.
I tre militari avanzano per le vie deserte di una città afgana, ormai evacuata dall'esercito americano. Il loro è un semplice pattugliamento, nulla di pericoloso o straordinario.
“Nick, muoviti!” urla all'improvviso Lenny dopo che si è accorto che il loro compagno era rimasto fermo a fissare il vuoto, o meglio, i palazzi che lo coprono.
Il soldato raggiunge velocemente i due compagni e riprende la ricognizione. Lenny, sempre lui, si lamenta bofonchiando qualcosa come “Che palle” o, a bassa voce per non farsi sentire da Nick, “Mezzasega...”
Il terzo si gira un secondo e allargando le labbra in un sorriso dice: “Su ragazzi, sapete cosa mi tira su? Il pensiero che tra un mese sarà Natale e finalmente potremo tornare dalle nostre famiglie!”

So this is Christmas
And what have you done
Another year over
And a new one just begun.

È bianco dappertutto. Neve, fredda, che come un lenzuolo ricopre la superficie della terra e sembra avvolgerla in una calda sensazione di armonia. È la vigilia di Natale e in un piccolo paesino della periferia americana le famiglie hanno organizzato una guerra di palle di neve. Genitori contro figli.
I bambini stanno tutti ammucchiati dietro un muretto.
“Dai, dobbiamo vincere” esclama quello un po' più cicciottello.
“Ehi Mark, hai saputo che uno dei nostri babbi si è vestito da Babbo Natale?” chiede uno.
Un altro ancora fa eccitato: “Ci sarà Babbo Natale?!”
Quest'ultimo ha un forte accento straniero. La sua pelle è poco più scura di quella di tutti gli altri bambini assieme a lui e indossa un cappotto un po' troppo grande per il suo fisico mingherlino. Nei suoi occhi c'è una luce particolare, quella di un fanciullo che vede per la prima volta quel rassicurante e giocoso manto bianco.
“No, Hassan” risponde Mark il cicciotello con un largo sorriso in faccia. “Non è quello vero. Quello vero verrà stanotte a portare i regali, ma lui non si fa mai vedere”.

And so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young.

“Tu perché una famiglia ce l'hai” ribatte Lenny col suo solito tono. “Io sono mesi che non vedo un po' di pelo”.
“Beh,” si intromette Nick “finora hai trattato con più delicatezza il tuo fucile”.
“Bada a come parli di Mary Jane Fica-rotta” risponde l'altro sarcastico, imbracciando la sua arma e mettendola bene in vista. Un secondo dopo uno sparo e Lenny cade a terra.
“UN CECCHINO!” grida Johnny prima di cominciare a sparare alla cieca, cercando di bloccare il nemico ovunque esso sia. Nick prende sottobraccio il compagno ferito e lo porta al riparo dietro un muro.
Johnny li raggiunge subito dopo e controlla immediatamente la ferita alla spalla destra.
“Pare che non abbia preso né l'osso né le vene principali” annuncia tra le urla di dolore e le imprecazioni del colpito. “Sei stato fortunato, la pallottola è entrata e uscita. Qualche benda dovrebbe bastare finché non torniamo al campo”.
“Io non ci torno al campo senza la testa di quel figlio di puttana!” sbotta Lenny. “Nick! Scova quel bastardo e bloccalo, lo voglio ammazzare io stesso!”
“Ho capito” risponde il soldato. Si toglie l'elmetto e lo posiziona sulla canna del suo fucile, dopodiché si avvicina al ciglio del muro e lo fa uscire lentamente allo scoperto. Dopo pochi secondi un altro sparo fa volare via l'elmetto di Nick. Il soldato si sporge appena nella direzione da cui è venuto il proiettile e scorge alla finestra del secondo piano di un edificio poco lontano la sagoma di una persona.
“L'ho beccato” annuncia ai compagni un attimo prima di mettersi in marcia. Il militare si muove velocemente verso una strada parallela e da lì aggira un piccolo isolato che lo copre alla vista dell'avversario, fino a raggiungerne la postazione.
Entrato nel palazzo Nick sale le scale cercando di far meno rumore possibile e trova una porta socchiusa, l'unica in tutto il piano. La apre spingendola appena con il calcio dell'arma e lo vede: il becchino è appostato alla finestra, in piedi su una sedia.
Il cuore del soldato americano viene attraversato da un insieme di sensazioni che vanno dal dispiacere al disgusto, dalla rabbia alla sorpresa. Senza volerlo si lascia scappare una frase: “Cristo, sei solo un bambino...”
Il piccolo cecchino si gira di scatto, ma il fucile di precisione è quasi più grande di lui che, nel movimento brusco, gli fa perdere l'equilibrio e cade a terra, perdendo la presa sull'arma.

And so this is Christmas
For weak and for strong
For rich and the poor ones
The world is so wrong.

Le palle di neve volano in aria in più direzioni, come impazzite. Alcune prendono in pieno i bimbi, altre i grandi. Mischiate in un unico coro, urla di gioia e risate richiamano l'attenzione degli anziani che vivono lì nei dintorni, affacciandosi per osservare divertiti anche loro.
È tanto raro trovare o riuscire a crearsi nella vita di tutti i giorni un'occasione del genere come quella piccola guerra, che trasmette nell'aria una palpabile sensazione di umanità e serenità.
Il piccolo Hassan non sbaglia un colpo: tutte le palle di neve che lancia contro i suoi amici vanno a segno. Fra un tiro e l'altro cerca con lo sguardo suo padre, quando infine trova qualcun altro.
È lì, in piedi in mezzo alla mischia. Un omone alto, vestito di rosso e con un cappello – rosso anch'esso – con un ponpon bianco in cima. Una folta barba bianca e in mano una palla di neve pronta ad essere lanciata contro il primo malcapitato.
Finalmente Hassan incontra Babbo Natale.

And so happy Christmas
For black and for white
For yellow and red ones
Let’s stop all the fight.

Il bambino soldato è ancora a terra, tremante per la paura. Ogni tanto prova ad allungare il braccio per recuperare il suo fucile, ma ogni volta gli pare più lontano.
“Diamine, non voglio farti del male” dice Nick. “Riesci a capire?”
Il piccolo osserva il militare americano, incapace di comprendere. Con il terrore negli occhi impossibile da nascondere, pronuncia qualche parola in afgano.
L'uomo allora poggia la sua arma al suolo e poi porta le mani all'altezza del petto, aprendole in direzione del bambino. Questo capisce e si rialza con circospezione.
“Ecco” dice ancora Nick. “Andrà tutto bene”.
BANG
Un getto di rosso macchia il muro. Il sangue del piccolo cecchino vola via dopo il colpo ricevuto al fianco sinistro. L'uomo osserva il bimbo crollare a terra, morto.
Si volta e trova la canna di Mary Jane Fica-rotta ancora fumante. Lenny imbraccia il suo fucile e Johnny lo sorregge. “Piccolo figlio di puttana” esclama il militare ferito. “E tu che avevi in mente? Volevi farlo scappare così?!”
Di nuovo, un misto di orribile sentimenti attraversa il cuore di Nick. “Perché lo hai fatto?”
“Perché l'ho fatto? Ehi, questa ti dice niente?!” domanda Lenny indicando adirato la spalla bendata.
“Ma era solo un bambino!”
“Oh sì, solo un bambino... un povero, piccolo e indifeso bimbo con un fucile di precisione”.
“Non era necessario!”
“Necessario? Necessario?!” sbotta Lenny. “Lo so io cos'è necessario: un rapporto dettagliato su tutta questa faccenda! Lasciar andare un cecchino è roba da congedo immediato!”
“Non puoi volerlo fare davvero! Cazzo, hai appena...”
“Ragazzi, adesso finitela...” si intromette Johnny cercando di calmare i suoi compagni.
“Non posso? Ah, no?! Ti va di scommetterci la spalla?”
Stavolta Johnny urla. “Lenny, basta!”
Per un minuto i tre rimangono in silenzio. Poco dopo gli altri due soldati se ne vanno e Lenny borbotta qualcosa sui figli di puttana. Nick rimane lì, da solo, a fissare il piccolo cecchino disteso sul pavimento freddo a pancia in sotto. Il soldato si inginocchia e con delicatezza lo gira; con un flebile colpo di tosse il bambino sputa qualche goccia di sangue.
Respira. Debolmente, ma respira. Un solo secondo di smarrimento iniziale per Nick, che, resosi conto, prende il bimbo in braccio con cautela.

A very merry Christmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear.

È talmente sorpreso Hassan che si direbbe paralizzato per lo stupore. Era lì Babbo Natale, proprio di fronte a lui.
L'omone vestito di rosso, fermo fino ad un secondo prima, invece comincia a muoversi. Porta il suo braccio destro all'indietro, come per lanciare la palla di neve che tiene in mano. Ma lo fa piano, piano...
E quando raggiunge una posa simile a quella di un lanciatore di baseball, ecco che Babbo Natale spinge prima in avanti la spalla sinistra, poi tutto il petto. Lentamente, quasi come vedendolo alla moviola. Leeeeento... poi finalmente comincia a muovere in avanti anche il braccio destro, come se volesse davvero tirare la palla contro il bambino. Ma continua a muoversi così piano che Hassan ha il tempo di riprendersi dalla sorpresa, accovacciarsi a terra per raccogliere della neve nel palmo delle mani e a lanciarla dritta in faccia a Babbo Natale, che preso in pieno cade a terra all'indietro.
Si rialza poco dopo battendo i denti per la neve fredda, ma non si accorge di aver perso la barba finta. E allora Hassan lo riconosce.
“BABBO!” grida il piccolo gettandosi fra le braccia di papà Nick. L'uomo lo afferra e lo alza in aria, ridendo tutti e due; infine stringe il bimbo al petto in un caloroso abbraccio. Un abbraccio come quello di un mese prima, quando pur di salvare la vita al piccolo cecchino e poterlo adottare, Nick si è fatto radiare dall'esercito.
Un abbraccio forte e sincero, nel bel mezzo della più innocente e gioiosa delle guerre. E anche se non sarà Babbo Natale, quello vero, per Hassan è pur sempre suo padre.

War is over
If you want it
War is over
Now...

NOTE: il nome del protagonista, Nicholas, deriva da San Nicola di Bari, personaggio che ha dato origine alla figura di Babbo Natale. Hassan, il nome del bambino soldato, in afgano signifca "buono".

2 commenti:

  1. Bellissimo racconto di Natale!Intreccio favoloso di due storie e una canzone. Complimenti! Lucia (spero di non essere troppo di parte XD)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille, Lucy! (sì, ma per stavolta ti perdono XD)

      Elimina